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2021 ‐ Arazzo Combattimento alla sbarra della serie

L’arazzo appartiene alla serie delle Feste dei Valois ed è stato tessuto a Bruxelles in una manifattura ancora non identificata, tra il 1575 e il 1582, probabilmente su disegno di Antoine Caron.

 

Secondo lo storico Nicola Ivanoff (Gli arazzi dei Valois agli Uffizi, Vol. XCI, n. 544, Firenze,1940)  “...Baldassare Castiglione ci narra che i Francesi erano particolarmente appassionati per il combattimento alla sbarra. Abbiamo appunto su questo arazzo la rappresentazione di tali tornei che costituirono una delle attrattive delle giornate di Fontainebleau. A sinistra e destra sono rappresentati in primo piano Enrico di Navarra e Francesco d’Anjou, figlio minore di Caterina, celebre per la sua avventura nei Paesi Bassi...Al centro, istallata nella tribuna reale, sostenuta da cariatidi senza braccia messe allora di moda da Jean Goujon, assiste maestosamente Caterina de Medici, attorniata dallo squadrone volante delle sue vezzose damigelle d’onore.”

 

Elizabeth Cleland nel suo saggio del catalogo della mostra di Cleveland ci propone, unica tra gli studiosi di questa serie, che il personaggio a sinistra che ci volge le spalle sia il duca di Lorena, il vedovo cognato di Caterina e che il ragazzo alla sua destra possa essere il suo secondogenito Carlo. 

 

La studiosa Ewa Kociszewska per prima suggerisce che il personaggio importante a sinistra della scena, dietro al duca di Lorena e che guarda verso l’osservatore, potrebbe essere Carlo II di Lorena, duca di Mayenne (1554–1611).

 

L’arazzo ha mantenuto una straordinaria omogeneità ed una folgorante bellezza dovuta sia all’altissima qualità delle materie prime impiegate, alla grande abilità dei tessitori - ad esempio nell’uso dei filati metallici per sottolineare i motivi decorativi dei personaggi in primo piano con la tecnica degli arrondiments e dei crapautages -, che alla composizione del cartonista. Il suo stato di conservazione era, prima dell’intervento, discreto, presentava un’ossidazione avanzata dei filati metallici e un denso deposito di particellato. La bordura inferiore era fragile, in particolare la seta chiara del fondo che mostrava mancanze ed abrasioni.

L’arazzo presenta ancora le cimose originali ove, unico tra gli otto arazzi ove non e’ presente il marchio del tessitore, reca sulla cimose inferiore lo scudo con le due B identificative per Bruxelles. Sul rovescio sono ancora presenti le originali fasce d’armatura che mostrano la numerazione della Guardaroba Medicea, straordinaria e rara presenza. 

L’intervento di restauro, eseguito dalla ditta Restauro Tessile di Claudia Beyer e Costanza Perrone Da Zara, ha comportato una prima fase di pulitura per liberare le fibre dal particellato della polvere e per rimuovere l’ossidazione del filato metallico, la successiva integrazione delle trame mancanti e la cucitura degli stacchi. L’arazzo mostrava una serie di vecchi restauri, probabilmente degli anni ’60, realizzati con filati non idonei e una tecnica grossolana. In accordo con Alessandra Griffo, direttrice dei lavori, sono stati individuati quelli che creavano maggiore disturbo nella lettura d’insieme; essi sono stati rimossi con cura e sostituiti con un intervento realizzato secondo la metodologia corrente. L’intervento è stato completato con l’applicazione di un supporto intero di lino applicato sul rovescio dell’arazzo. 

Questo è l’ultimo della serie ad essere stato restaurato, gli otto arazzi sono  dunque finalmente pronti  per essere mostrati al pubblico.